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Visualizzazione dei post da gennaio, 2024

Giovanni De Rosa, Aucun

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    Con linguaggio intrigante, scorre la trama di questo giallo noir a firma di Giovanni De Rosa, instancabile narratore. Parigi. Philip è un giovane uomo di bell'aspetto, affermato professionalmente. Un seduttore infallibile: la sua audacia e sfrontatezza con l'altro sesso vengono spesso premiate, permettendogli di creare un “harem ideale”, dove riesce a frequentare le une all'insaputa delle altre. D'improvviso due donne che appartengono alla cerchia delle sue frequentazioni vengono uccise in modo brutale. Ogni indizio porta alla sua colpevolezza. L'avvocato Tapie, ingaggiato in sua difesa, scorge delle incongruenze, e comincia un'indagine parallela con l'aiuto di un'agenzia investigativa. Emergono una serie di profili di personaggi potenzialmente coinvolti nel crimine. Il lettore entrerà in ognuno di essi, nelle loro fragilità confondendo il torto e la ragione, come in una guerra dove non ci sono né vincitori né vinti, dove tutti sono potenziali colpev

John Reed, I dieci giorni che sconvolsero il mondo

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  I dieci giorni che sconvolsero il mondo  è forse il più longevo degli instant book.   E un secolo dopo la sua prima apparizione mantiene intatto ​ ​tutto il suo fascino. Il libro — in un equilibrato mix fra reportage, romanzo e saggio — racconta in maniera appassionata la Rivoluzione russa.   Una narrazione coinvolgente che, ​superando ogni steccato ideologico, renderà il lettore di ogni tempo e di ogni luogo complice del sogno dell’autore in un mondo liberato da guerra e sopraffazioni.    John Reed  (Portland, Oregon, 1887 - Mosca 1920), scrittore statunitense, fu attivista militante e giornalista. Realizzò un documentato reportage sul Messico insorto e fu corrispondente di guerra in Europa dove partecipò alla rivoluzione russa.   Fondò negli USA il Partito comunista operaio e fu imprigionato. Costretto a rifugiarsi nell’Unione Sovietica, vi morì di tifo. È sepolto sulla Piazza Rossa insieme con gli altri protagonisti della rivoluzione. John Reed, I dieci giorni che sconvolsero il m

Emilio Salgari, Le meraviglie del 2000

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  Le meraviglie del 2000 , romanzo di Emilio Salgari (Verona, 21 agosto 1862 – Torino, 25 aprile 1911), è stato pubblicato la prima volta nel 1903. La fantasia dell'autore si proietta sulla descrizione del mondo un secolo dopo gli inizi del 1900. I due protagonisti decidono di ibernarsi per tornare in vita a cento anni di distanza e conoscere le meraviglie del duemila. L'opera presenta spunti intuitivi sorprendenti: dal Condor che trasporta passeggeri nel cielo, alle notizie diffuse per immagini, al treno che viaggia sottoterra, ai tentativi di stabilire connessioni con i “marziani” mandando segnali nell’atmosfera.   Prefazione di Antonella Santarelli, curatrice della collana Pantheon, Il Secolo breve. Su Nulla die

Rodolfo Bersaglia, La vita è una gran discoteca

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  Il ballo e lo sballo in discoteche dove imperano eccesso e trasgressioni. Disvalori che per certi ragazzi e ragazze che in quel mondo lavorano come ballerini di culto e modelli di riferimento appaiono iper-appaganti, facile fuga dalla realtà post-adolescenziale che non dà punti di riferimento virtuosi. Ma il micro-macrocosmo che ruota impazzito sull’asse ritmico della disco-dance più becera e ossessiva si rivelerà disumanizzante.  Rodolfo Bersaglia è stato allievo di Pietro Zampetti, Michele Provinciali (New Bauhaus di Chicago) e Corrado Gavinelli (Politecnico di Milano). Grafico editoriale e pubblicitario, ha lavorato con Franco Giacometti per Benetton e con Giulio Bizzarri per BBDO in qualità di Art Director per la Team Italia di Bologna. Già illustratore e impaginatore per Vickie Shafer presso lo studio Toth Design di Boston. Ha tenuto la prima personale, ospite dell’Accademia di Raffaello, nei locali della Casa di Giovanni Santi. Nel 1997 ha esposto alla galleria il Diagramma di

Vincenzo Fiore, Storia di Sorana

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«Sorana, sì, Sorana se non ho capito male. Perché la conoscevi?», ripeté spezzando in due la mia speranza disattesa. Sentii come esplodermi Dio in petto. […] Fu in quel momento che capii che la prossima storia che sarei andato a raccontare sarebbe stata proprio la mia». La storia si muove sullo sfondo delle macerie di una Romania post-Ceaușescu, nei sobborghi di Bucarest, dove il cielo che vedono i bambini è fatto di tombini e di fogne. Sorana fugge dal proprio inferno personale, nel tentativo di respingere il proprio destino. L’incontro con Cesare, giovane studente universitario, dà vita a una narrazione a due voci, capace di turbare il lettore dall’inizio alla fine. Vincenzo Fiore (Solofra, 1993) docente e giornalista. Con Nulla die ha pubblicato: Nessun titolo (2016), Emil Cioran. La filosofia come de-fascinazione e la scrittura come terapia (2018), Voci dal XXI secolo. Scienziati, filosofi e poeti rispondono a domande sul nostro tempo (2021). su Nulla die

Claudia Mazzilli, Io sono Medea

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  Fuggita dalla Colchide, Medea vive in una Grecia meticcia e ricca di anacronismi (quella del mito, ma anche quella ortodossa, in piena crisi economica e terra d’approdo dei migranti). Il divorzio è stato indolore: Giasone si è risposato e si è fatto una famiglia con Glauce, figlia di Creonte, suo socio d’affari nel settore alberghiero e in un subappalto per il transito del cobalto dall’Africa ai mercati internazionali attraverso il porto di Atene, il Pireo, gestito dai cinesi. Medea invece, che ha ormai quarant’anni, è sola e senza figli. È barbara perché non è madre: è impermeabile a familismi e nazionalismi, estranea alla trasmissione di interessi e privilegi. Medea osserva con distacco la nostra società per sottoporla a una critica radicale. Ne viene fuori una figura femminile eversiva, che indaga le ragioni della sua non maternità, così come le Medee della letteratura antica e moderna (di Euripide e Seneca, ma anche di Pier Paolo Pasolini e di Christa Wolf) analizzavano le molte

Dario Leone, Don Nicola Florio, Come un salvagente

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  È bastato un grappolo di anni per sgretolare gli organismi di azione collettiva che legittimavano la progettazione e l’azione in prospettive di lungo periodo e ridurre al silenzio grandi ragioni orientanti in favore di logiche intercambiabili e provvisorie. Lentamente l’ideologia e la religione, in quanto produttrici di strutture culturali ampie e durature, iniziano a cedere. Da questa prospettiva si avvia lo straordinario confronto tra un sacerdote e un sociologo sul mondo, la vita, la felicità, il significato dell’esistenza e la prospettiva dell’umanità.   Dario Leone  è Sociologo e Saggista, specializzato nello studio delle influenze psicosociali prodotte dai sistemi socioculturali ed economici. È Presidente del Centro Studi Nazionale “D. Losurdo” ed è autore di numerose pubblicazioni.    Don Nicola Florio  è un presbitero dell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto e parroco a Cupello. Ha conseguito l a laurea  in Teologia dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. È impegnato

Ilaria Scarabottini, Come Cloto. La sarta della resistenza

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  Chi è Cloto? Tra le tre Parche è la più giovane, colei che “dì e notte fila”, l’unica che può dunque estendere la durata della vita e regalare anni, a dispetto della crudele Atropo. Anche Emma, giovane donna battagliera, è riuscita a salvare vite innocenti e si è unita alla lotta partigiana dimostrando coraggio e tenacia. Una storia di sacrifici, di battaglie quotidiane, di ideali vissuti in prima linea. È proprio lei, la sarta della Resistenza, che ripercorre le tappe principali della sua esperienza, sullo sfondo della storia italiana dal primo dopoguerra alla Liberazione. Emma sa che è importante conoscere il passato e condivide le sue riflessioni con un giovane del XXI secolo, per consegnargli un testimone importante. La giustizia, la libertà, la democrazia devono essere ogni giorno riconquistate e difese. Ilaria Scarabottini, nata a Spoleto il 14 luglio 1979, vive a Città di Castello. Laureata in Conservazione dei beni culturali, da quindici anni insegna Lettere nelle Scuole seco

Marco Florio, Quel giorno non avevano fiori

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  Federica nasce a Bologna il 2 agosto 1980. Nelle stesse ore, a poca distanza, ottantacinque persone muoiono in un attentato terroristico. Tra le vittime c’è suo padre Giulio, che alcuni mesi prima era finito in carcere per banda armata. Festeggia a lungo il compleanno il 2 settembre, convinta che il padre sia morto in un incidente stradale prima che lei nascesse. Quando sua madre le racconta la verità, per Federica inizia un percorso toccante e doloroso che la condurrà fin dentro le trame più cupe del secondo dopoguerra.  Un romanzo "privato" ma anche un omaggio alle vittime della violenza politica in Italia e ai loro familiari: quelli che nel dolore hanno avuto il conforto della verità storica e giudiziaria, e quelli che da decenni lottano e aspettano di conoscerla.  Marco Florio è nato a Benevento nel 1973. Vive a Torino, dove si è laureato in Ingegneria e lavora come consulente informatico. Appassionato di rock e di jazz, ha collaborato ad alcune webzine con articoli e r

Carmelo Tumino, In lontananza si scorge il mare

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  Vivevo in un mondo di affollata solitudine   Ordinato e gentile in apparenza   Di diffusa tristezza in verità   E sparsa sofferenza.   Dov’è Dio?  Chiedevo alla frettolosa gente  Non so, forse non c’è  Non mi è mai venuto in mente! Carmelo Tumino, nato a Ragusa nel 1947, vive a Piazza Armerina con la sua bella famiglia. Laureato in Matematica; quasi quarantenne si laurea in Scienze Politiche; ha fatto l’insegnante, il dirigente scolastico e per due volte è stato eletto deputato all’Assemblea regionale siciliana. È stato impegnato in tante e diverse attività ed è appassionato di matematica (il primo amore), di politica (il secondo amore) e da un paio d’anni prova a fare lo “scrittore” (il terzo amore). su Nulla die

Vittorio Malfa Amarante, Sia la luce

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  «Sia fatta la luce»; se la luce non fosse stata fatta, se tutte le creature intelligenti della tua celeste città non si fossero, nell’obbedienza, strette a Te, per aver pace nel tuo Spirito che si libra immutabile su ogni mutabile, se non fosse stato così, lo stesso «cielo del cielo» non sarebbe se non un abisso di tenebre: ora invece è «luce nel Signore». Sant’Agostino, Confessioni   Vittorio Malfa Amarante nasce a Mogadiscio da padre siciliano e da madre veneta. Conseguita la laurea in Lettere Classiche, ha insegnato latino e greco nei licei e patrologia presso l’istituto superiore di scienze religiose di Piazza Armerina. Alla sua quarta esperienza narrativa, vanta una quarantina di pubblicazioni tra storia dell’arte, antropologia, letteratura greca e teatro.  Lo spettacolo tratto dal suo  Volusiano  è stato interpretato da Ugo Pagliai.  I suoi lavori hanno sempre avuto il privilegio di prefazioni firmate da illustri intellettuali italiani (Primo Levi, Matteo Collura, l’antropologo

Cinzia Milite, Post punk opera

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  Post Punk Opera  è una raccolta di poesie che rappresenta un'interessante riflessione sulle contraddizioni della società contemporanea. Sebbene queste liriche si allontanino in parte dal tradizionalismo del pensiero punk, tessuto dalla furia iconoclasta che azzerava e rimetteva in discussione l'approccio sociale e culturale dell'individuo, le poesie suggeriscono che la rivoluzione non è finita e che il  fil rouge  tra il pensiero punk e quello post-punk è molto labile.  Un forte senso di irrequietezza e indecisione si manifesta nell'incertezza tra il rintanarsi nella Torre d'avorio o alzare la voce e raccontare il vissuto dell’autrice fatto di stati d'animo contrastanti. I versi sono intrisi di amare consapevolezze, suggerendo che l'individuo non è indipendente, ma è immerso in un sistema-spettacolo dove l'utopia di essere puri non è concepibile.  Post Punk Opera  offre uno sguardo profondo e intenso sul presente e sul difficile equilibrio tra ribellio

Matilde Serao, Il ventre di Napoli

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  “…Hanno trent'anni e ne dimostrano cinquanta, sono curve, hanno perso i capelli, hanno i denti gialli e neri, camminano come sciancate, portano un vestito quattro anni, un grembiule sei mesi. Non si lamentano, non piangono: vanno a morire, prima di quarant'anni, all'ospedale, di perniciosa, di polmonite, di qualche orrenda malattia. Quante ne avrà portate via il colera!” Il Ventre di Napoli, come scrive la stessa Serao nell’introduzione, si compone di tre parti: la prima, scritta nel 1884, in seguito all’epidemia di colera che colpisce la città; la seconda e la terza, vent’anni dopo. Nella seconda parte, in modo particolare, la Serao mette a confronto la città del 1884 e quella del 1904 per analizzare i cambiamenti prodotti dallo “sventramento” decretato dal governo Depretis. L’opera è un reportage appassionato, e non enfatico,  sulle ferite non sanate della città, sulle condizioni miserrime, sulle abitudini, sulle grandi virtù e sui vizi del popolo napoletano. Questa edi

Massimiliano Amatucci, Legami di sangue. Le indagini del commissario Profumo

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  Il commissario Profumo, ospite a Capri di un matrimonio dell’aristocrazia napoletana, si ritrova a indagare sul brutale omicidio di un parente degli sposi, il cui corpo viene misteriosamente ritrovato all’interno della Grotta Azzurra. Affioreranno rivalità, invidie, vizi e virtù proprie di quel particolare contesto socioeconomico, ma nasceranno anche nuove simpatie dagli imprevedibili risvolti sentimentali. Al contempo, il goffo vicecommissario Vitiello, rimasto a presidio del comando di Torre Annunziata, dovrà affrontare una scottante vicenda politica dagli sviluppi incerti e a tratti grotteschi.  Massimiliano Amatucci nasce nel 1973 a Pomigliano D’Arco (NA).  Avvocato e scrittore dalla prosa asciutta e diretta  (La Repubblica) nel 2016 ha pubblicato il suo primo romanzo,  L’agnello di Dio  (Watson Edizioni), dando vita a una serie poliziesca ambientata negli anni ’70 che vede come protagonista il commissario Profumo.  Nel 2018 viene pubblicato il secondo romanzo della stessa serie:

Antonello Taranto, Ma non ci rompete i coglioni

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  Se l’editore non avesse gradito il titolo originale, riportato in questa copertina, il titolo di riserva sarebbe stato ‘’5 miracoli’’. Tanti sono i miracoli fatti da un bambino (Cucciolo), nato in una famiglia disastrata, cresciuto in povertà e, infine, resosi protagonista di un clamoroso riscatto sociale. La storia, d’amore e formazione, si snoda in sei parti: Annunciazione, Il Deserto e le Tentazioni, Passione, Rivoluzione, Avvento, Ricostruzione.  “Ma non ci rompete i coglioni” si trasforma, da volgare e violento dissenso, in un motto moderno di esortazione e di orgoglio identitario. La prefazione è di Anna Paola Lacatena. Antonello Taranto è uno psichiatra ‘drogatologo’.  Ha vissuto 40 anni fra matti e drogati, riuscendo anche a scacciare la follia da qualche testa. È diventato scrittore perché sente il bisogno di raccontare le storie che ha conosciuto in 40 anni di professione e che potrebbero essere molto utili ai ragazzi e ai loro genitori, tutti storditi dai travolgenti cambi