Matilde Serao, Il ventre di Napoli


 

“…Hanno trent'anni e ne dimostrano cinquanta, sono curve, hanno perso i capelli, hanno i denti gialli e neri, camminano come sciancate, portano un vestito quattro anni, un grembiule sei mesi.

Non si lamentano, non piangono: vanno a morire, prima di quarant'anni, all'ospedale, di perniciosa, di polmonite, di qualche orrenda malattia. Quante ne avrà portate via il colera!”


Il Ventre di Napoli, come scrive la stessa Serao nell’introduzione, si compone di tre parti: la prima, scritta nel 1884, in seguito all’epidemia di colera che colpisce la città; la seconda e la terza, vent’anni dopo. Nella seconda parte, in modo particolare, la Serao mette a confronto la città del 1884 e quella del 1904 per analizzare i cambiamenti prodotti dallo “sventramento” decretato dal governo Depretis. L’opera è un reportage appassionato, e non enfatico,  sulle ferite non sanate della città, sulle condizioni miserrime, sulle abitudini, sulle grandi virtù e sui vizi del popolo napoletano.


Questa edizione, a cura di Nulla die,  presta grande attenzione filologica al testo e propone una veste grafica e redazionale particolarmente curata.


Il ventre di Napoli

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