Nicola Scutti, Nella città di Caif


 

Chi lo avrebbe detto ai bambini che erano soltanto dei bambini? Chi avrebbe detto loro che vivevano di una vita spontanea, di sorrisi autentici e non come quelli degli adulti che erano imposti per legge? Erano effettivamente questi i pensieri che si affacciavano nella mia mente, mentre li guardavo giocare nelle strade spensierati. Conservavano la loro innocenza anche da lassù dove mi trovavo. Il mio sguardo si spostò presto da loro al panorama dei giganteschi grattacieli che spuntavano dal basso, nella città di Caif. 


Un padre travolto da una grave perdita è costretto a scappare dalla città in cui vive perché essere tristi è vietato dalla legge. Durante il suo viaggio da esule cercherà di trovare le risposte alle questioni che lo tormentano ed evitare che il figlio finisca intrappolato in una vita priva di senso ed emozioni. 

Nella città di Caif sprona a riconoscere che ci sono persone che non decidono di essere tristi, ma lo sono e basta. Molte di queste persone devono indossare sorrisi forzati per affrontare un mondo in cui la felicità è diventata quasi un dovere etico. Questa consapevolezza non solo invita a vivere le emozioni nella loro totalità, cercando di sconfiggere quella positività tossica che governa la nostra società, ma incoraggia anche a cercare la vera felicità, quella che va oltre le apparenze. 

Nicola Scutti è dottore in lingue straniere, cerca di trasmettere in quello che scrive nuove prospettive per comprendere ciò che affrontiamo ogni giorno.  Appassionato di letteratura, legge per conoscere. Adesso scrive per provare a far riflettere, o semplicemente per dare un secondo punto di vista a chi desidera leggerlo.

E invita chiunque a porsi delle domande, a fuggire dal superficiale e ad accogliere ciò che rende autentica l’esperienza.


Nella città di Caif, Nulla die

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